Occorre organizzare per prevenire gli errori sanitari!

Intervista di Uomo&Manager a Gabriele Chiarini, uno degli avvocati più esperti nei casi di malasanità.

Secondo le rilevazioni I.S.T.A.T. la spesa sanitaria corrente in Italia oscilla tra 140 e 150 miliardi di euro all’anno e la spesa che il nostro Paese consuma ogni anno, per rimediare agli errori socio-sanitari, va dai 21 ai 22,5 miliardi di euro. Una porzione di questo importo è destinata a risarcire i pazienti che siano rimasti vittima dell’errore, o le rispettive famiglie, in caso di decesso; la fetta più larga copre, invece, i costi sanitari per le cure aggiuntive da erogare e per il prolungamento delle degenze ospedaliere.

L’avvocato Gabriele Chiarini fa presente a Uomo&Manager che…:”gli errori sanitari sono quasi sempre la punta di un iceberg e rappresentano il risultato di problematiche di natura organizzativa, piuttosto che di cause isolate. Salvo casi eccezionali di macroscopiche responsabilità individuali, anche gli errori del singolo sanitario sono ricollegabili a fattori sistemici detti “latenti”. In particolare quelle condotte imputabili a stress da sovraffaticamento lavorativo, disattenzione o difetto di comunicazione, da assenza di standards clinici adeguati, da carenza di personale, o – più in generale- da una erronea allocazione delle risorse. Le Strutture Sanitarie possono reagire agli eventi avversi in due modi differenti: possono incolpare l’ultimo anello della catena, addossando tutta la responsabilità all’autore materiale dell’errore; oppure possono prendere atto della presenza di debolezze o inefficienze di sistema, intervenendo con progetti ed azioni di riforma al fine di individuare e correggere le criticità latenti. Solo se agiscono in quest’ultima direzione, naturalmente, possono avvicinarsi all’obiettivo della sicurezza, liberandosi da quella che James Reason definiva come “Sindromedei Sistemi Vulnerabili“. Inoltre, la strategia di prevenzione degli errori deve includere azioni che influiscano direttamente sulle relative cause, come la diffusione di checklists e procedure operative standard, la creazione di sistemi di segnalazione degli eventi critici, l’utilizzo di sistemi informatici all’avanguardia per la prescrizione e la gestione del farmaco.

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Fonte: www.uomoemanager.it

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